Rifugio Rastua

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sabato 16 maggio 2015

ACETAIA CAZZOLA E FIORINI



L’Aceto Balsamico contro la contraffazione di Dop e Igp

Rubrica: Aceto
(Articolo di pagina 112)
Il 97% degli Italiani conosce l’Aceto balsamico di Modena Igp, ma l’awareness riguarda anche Tedeschi e Francesi, per i quali la percentuale supera l’80%. Un dato sorprendente, su cui si è sviluppato lo scorso marzo a Roma al Ministero delle Politiche Agricole l’incontro — organizzato dal Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena Igp insieme ad AICIG e Fondazione Qualivita — su “Dop e Igp: politiche e strategie di tutela”. Ad aprire i lavori di quello che è stato un momento proficuo di riflessione e confronto a più voci per coinvolgere a vario titolo tutto il settore delle Dop e Igp, andando quindi oltre l’analisi del singolo prodotto Aceto Balsamico di Modena, è stato il presidente del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena Igp Stefano Berni, a cui hanno fatto seguito gli interventi — moderati dal direttore del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena Igp Federico Desimoni — del presidente dell’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche Giuseppe Liberatore e del direttore Generale di Fondazione Qualivita Mauro Rosati, oltre a Emilio Gatto, MiPAAF, Giorgio Bocedi, avvocato, Silvia Zucconi, coordinatore dell’area agroalimentare di Nomisma, e Stefano Vaccari, ICQRF. «Insieme ad AICIG e a Qualivita abbiamo voluto offrire il nostro contributo per stimolare una nuova “primavera” di tutela e rilanciare i nostri prodotti» ha dichiarato Berni. «La tutela non è solo un’azione, ma anzitutto una politica strategica da “pensare” e impostare con la collaborazione dei Consorzi stessi e delle istituzioni». Nel caso dell’ABM, come in molti altri, il patrimonio da tutelare è notevole: il settore ha vissuto una fase importante e, dopo la costituzione e il riconoscimento del Consorzio di tutela nel 2014, ha visto una crescita pari al 12%, arrivando ad una produzione di quasi 98 milioni di litri di prodotto certificato, con un fatturato alla vendita di circa 700 milioni di euro, di cui oltre il 90% di export, soprattutto in USA e Germania, già mercati principali e in costante crescita.
«La situazione in cui quotidianamente opera il CTABM — ha ripreso Berni — ha imposto lo studio di una strategia di tutela con la quale abbiamo potuto approfondire il concetto di “evocazione” ed in particolare quel divieto di evocazione, previsto dall’Art. 13 del Reg. 1151/12, che apre un orizzonte di tutela dei nostri prodotti molto più ampio di quello che possiamo immaginare, anche perché è pensato prioritariamente per tutelare il consumatore prima ancora che per la difesa dei diritti dei nostri produttori e dei diritti di proprietà intellettuale legati alle Dop e alle Igp. Quest’idea ci ha guidato nella scelta di un maggior coinvolgimento del consumatore e lo abbiamo fatto realizzando con Nomisma tre ricerche di mercato in Italia, Francia e Germania, per verificare a cosa pensa il consumatore quando incontra prodotti denominati come “balsamici”. Le risposte sono molto indicative. Tuttavia, non possiamo negare che il contesto in cui ci muoviamo sia complesso e problematico e che la questione dell’evocatività del termine balsamico debba essere prioritariamente chiarita in sede di giustizia civile e non attraverso procedure sanzionatorie di natura amministrativa».

L’obiettivo dell’indagine Nomisma, presentata da Silvia Zucconi, ha riguardato la misurazione del livello di notorietà e conoscenze sull’Aceto Balsamico di Modena Igp nel consumatore dei tre paesi oggetto di studio — Italia, Francia e Germania — indagando su tre ambiti: la valenza evocativa del termine “balsamico”, la conoscenza dell’origine territoriale e le abitudini di consumo dell’Aceto Balsamico di Modena Igp. Le risposte (3.900 interviste realizzate) non lasciano spazio a dubbi: l’Aceto Balsamico è un prodotto noto e inconfondibile! Si tratta, infatti, di un prodotto che ha conquistato le tavole di molti Italiani, l’83% dei quali lo consuma costantemente, mentre la penetrazione dei mercati francesi e tedeschi si attesta tra il 60 e il 70%. Questa elevata conoscenza allarga enormemente la portata evocativa della parola, tanto che dall’indagine risulta che il termine balsamico, in Italia, chiama alla mente di 9 consumatori su 10 proprio l’Aceto Balsamico di Modena Igp e le sue caratteristiche organolettiche e metodi di produzione tipici. Sorprendentemente molto elevata è anche l’associazione negli altri due Paesi, dove la percentuale arriva fino al 70%. Dal punto di vista del consumo del prodotto, l’indagine attesta che in Italia il 54% dei consumatori intervistati con domanda aperta riconduce spontaneamente il termine balsamico a prodotti che vengono realizzati nel territorio di Modena, più un altro 21% all’Emilia-Romagna. In Germania l’86% e in Francia il 61% dei consumatori attribuisce l’origine italiana al prodotto denominato balsamico. Sul fronte nazionale, l’83% delle famiglie italiane ha consumato l’aceto almeno una volta nel 2014; il consumo riguarda 2 famiglie su 3 sia in Francia che in Germania, ma ci sono anche consumatori affezionati, tanto che il 44% di quelli italiani lo usano almeno 2/3 volte a settimana, come il 35% dei Francesi e il 24 % dei Tedeschi. Sulla questione dell’evocatività, si è poi espresso Giuseppe Liberatore. «Imitazione ed evocazione delle denominazioni registrate sono due facce della stessa medaglia» ha spiegato. «In entrambi i casi, siamo in presenza di pratiche commerciali sleali che, oltre a tradursi non di rado in violazioni alle norme in materia di tutela della proprietà intellettuale, perpetrano una sistematica opera di banalizzazione dei marchi e di svalorizzazione della reputazione e delle peculiarità qualitative dei prodotti a Indicazione Geografica, facendo leva sulla scarsa informazione fornita al consumatore finale. Appare dunque essenziale predisporre, parallelamente ad opportune iniziative di sensibilizzazione rivolte ai mercati al consumo, politiche e strategie idonee a rafforzare la tutela delle Dop-Igp in ambito nazionale ed internazionale, non trascurando altresì le problematiche presenti in modo crescente sui mercati virtuali.
Incontri come quello odierno sono occasioni fondamentali per individuare le principali criticità riscontrate nel proteggere le denominazioni e predisporre azioni coordinate di sistema e strumenti operativi capaci di contrastare con efficacia le distorsioni messe in atto da soggetti che mirano unicamente a sfruttare il buon nome dei prodotti di qualità certificata
».

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