Incanto di vino: il Moscato di Terracina
Secco, amabile, passito e spumante: il Moscato di Terracina è tra le più recenti Doc del Lazio. Tra i produttori incontriamo Cantina Sant’Andrea e Terra delle Ginestre
Rubrica: Vino
Articolo di Rella M.
(Articolo di pagina 106)
da Premiata Salumeria italiana
Nella fascia meridionale dell’Agro Pontino torna in auge il Moscato di Terracina, una delle più recenti Doc del Lazio, ottenuta dal vitigno Moscato coltivato nei comuni di Monte San Biagio, Sonnino e Terracina. Un territorio già noto per i vini della Doc Circeo. Tra le aziende che valorizzano la nuova denominazione c’è Cantina Sant’Andrea, a Borgo Vodice, frazione di Sabaudia. La cantina di Gabriele Pandolfo, gestita con l’aiuto del figlio Andrea, ha una lunga storia legata alla viticoltura ma in terre diverse e lontane. Andrea Pandolfo, bisnonno di Gabriele, cominciò a produrre vini da uve zibibbo nell’isola di Pantelleria, verso la metà dell’800. Nel 1880 vendette i terreni in Sicilia e si trasferì in Tunisia, allora sotto protettorato francese. In pochi anni i Pandolfo, originari siciliani, acquisirono 700 ettari tra vigneti, oliveti e altre produzioni nell’area di Capo Bon e Grombalia, non lontano da Tunisi. L’attività, non senza sacrifici e con impegno, si tramandò di padre in figlio. Ma nel 1964, quando l’allora presidente della Tunisia Harbib Bourghiba decretò l’esproprio dei beni e delle proprietà degli stranieri, alla famiglia Pandolfo non restò che tornare in Italia. Praticamente da “profughi”. Arrivarono così in provincia di Latina dove, grazie a facilitazioni offerte dallo Stato Italiano, riuscirono a comprare un podere nei dintorni di Sabaudia, riprendendo nel 1968 la produzione di vino. Oggi sono proprietari di 30 ettari a Borgo Vodice e altri 15 ettari a Campo Soriano, sopra Terracina, a 500 metri sul livello del mare; altri 30 ettari sono in affitto in diversi punti della provincia pontina. I vigneti sono coltivati con vitigni internazionali e autoctoni, come il Merlot, il Cabernet, il Trebbiano, lo Chardonnay, il Cesanese e il Moscato di Terracina.
La cantina, oltre al vino sfuso, fa due linee di etichette: Acquerelli, che corrisponde al 30% della produzione, con vini di alta qualità, e la Classica, con 15 tipologie, commercializzate esclusivamente nelle quattro enoteche aziendali, a Borgo Vodice, Latina, Sabaudia e Terracina. Sono vini delle Doc Circeo e Moscato di Terracina Doc, quest’ultima riconosciuta nel 2007, ma in realtà un vino della tradizione, un tempo molto più diffuso. Basti pensare che dopo la seconda guerra mondiale erano 1.300 gli ettari coltivati a moscato di Terracina, oggi sono appena 55 — iscritti all’albo Doc —, dei quali 44 gestiti da una cooperativa di vignaioli guidata da Gabriele Pandolfo, che ne acquista le uve. L’azienda ha inoltre impiantato una decina di ettari di proprietà a Moscato di Terracina, una piccola parte già in produzione.
Fatto sta che Cantina Sant’Andrea oggi produce il 90% di tutto il Moscato di Terracina Doc in circolazione, nelle tipologie previste dal disciplinare: secco, amabile, passito, spumante brut e spumante dolce. In tutto 90.000 bottiglie nella sola linea Acquerelli, più le bottiglie della Classica e lo sfuso. Inoltre, i Pandolfo sono gli unici a produrre il Moscato di Terracina spumante. E presto sarà presentata una sesta etichetta, un cru.
L’altra denominazione è il Circeo Doc, che abbraccia la zona litoranea dalla penisola del Circeo fino alle porte di Latina. Cantina Sant’Andrea ne ha 4 etichette nella linea Acquerelli: un rosso, un rosato, un bianco fermo e un bianco frizzante, per un totale di 200.000 bottiglie. Punto vendita da lunedì a domenica, degustazioni e visite su prenotazione.
Un’altra realtà vitivinicola che si dedica ai vitigni autoctoni è Terra delle Ginestre, la piccola cantina di un’azienda agricola cooperativa di Spigno Saturnia, vicino a Formia, nell’estremo sud del Lazio, in odor di Campania. Fondata nel 1998 da cinque soci, di professioni diverse ma tutti con la passione del vino, coltiva 2 ettari di proprietà e altri 2 in affitto tra Formia, Spigno e Valle Marina, sopra Terracina. I vini sono ottenuti solo da vitigni autoctoni: il Bellone, che qui si chiama anche Ciciniello, è utilizzato in purezza per il bianco Lentisco; il Moscato di Terracina, per un altro bianco, l’Invito; mentre il Letizia è un uvaggio al 50% dei due vitigni. Sono prodotti anche un rosso da Abuoto in purezza, storico vitigno dal quale i Romani ottenevano il vino Cecubo; e un altro da un uvaggio di uva Vipera e Abuoto. Il sesto vino è il passito Promessa da Moscato di Terracina, con raccolta tardiva e appassimento forzato di 5-6 settimane, affinato un anno in barrique. La produzione totale è di 12.000 bottiglie l’anno, ma con l’obiettivo di arrivare a 30-40.000 con altri 6,5 ettari di nuovi impianti in affitto. Dall’ultima vendemmia la metà della produzione è priva di solfiti. Visite e degustazioni su prenotazione.
La cantina, oltre al vino sfuso, fa due linee di etichette: Acquerelli, che corrisponde al 30% della produzione, con vini di alta qualità, e la Classica, con 15 tipologie, commercializzate esclusivamente nelle quattro enoteche aziendali, a Borgo Vodice, Latina, Sabaudia e Terracina. Sono vini delle Doc Circeo e Moscato di Terracina Doc, quest’ultima riconosciuta nel 2007, ma in realtà un vino della tradizione, un tempo molto più diffuso. Basti pensare che dopo la seconda guerra mondiale erano 1.300 gli ettari coltivati a moscato di Terracina, oggi sono appena 55 — iscritti all’albo Doc —, dei quali 44 gestiti da una cooperativa di vignaioli guidata da Gabriele Pandolfo, che ne acquista le uve. L’azienda ha inoltre impiantato una decina di ettari di proprietà a Moscato di Terracina, una piccola parte già in produzione.
Fatto sta che Cantina Sant’Andrea oggi produce il 90% di tutto il Moscato di Terracina Doc in circolazione, nelle tipologie previste dal disciplinare: secco, amabile, passito, spumante brut e spumante dolce. In tutto 90.000 bottiglie nella sola linea Acquerelli, più le bottiglie della Classica e lo sfuso. Inoltre, i Pandolfo sono gli unici a produrre il Moscato di Terracina spumante. E presto sarà presentata una sesta etichetta, un cru.
L’altra denominazione è il Circeo Doc, che abbraccia la zona litoranea dalla penisola del Circeo fino alle porte di Latina. Cantina Sant’Andrea ne ha 4 etichette nella linea Acquerelli: un rosso, un rosato, un bianco fermo e un bianco frizzante, per un totale di 200.000 bottiglie. Punto vendita da lunedì a domenica, degustazioni e visite su prenotazione.
Un’altra realtà vitivinicola che si dedica ai vitigni autoctoni è Terra delle Ginestre, la piccola cantina di un’azienda agricola cooperativa di Spigno Saturnia, vicino a Formia, nell’estremo sud del Lazio, in odor di Campania. Fondata nel 1998 da cinque soci, di professioni diverse ma tutti con la passione del vino, coltiva 2 ettari di proprietà e altri 2 in affitto tra Formia, Spigno e Valle Marina, sopra Terracina. I vini sono ottenuti solo da vitigni autoctoni: il Bellone, che qui si chiama anche Ciciniello, è utilizzato in purezza per il bianco Lentisco; il Moscato di Terracina, per un altro bianco, l’Invito; mentre il Letizia è un uvaggio al 50% dei due vitigni. Sono prodotti anche un rosso da Abuoto in purezza, storico vitigno dal quale i Romani ottenevano il vino Cecubo; e un altro da un uvaggio di uva Vipera e Abuoto. Il sesto vino è il passito Promessa da Moscato di Terracina, con raccolta tardiva e appassimento forzato di 5-6 settimane, affinato un anno in barrique. La produzione totale è di 12.000 bottiglie l’anno, ma con l’obiettivo di arrivare a 30-40.000 con altri 6,5 ettari di nuovi impianti in affitto. Dall’ultima vendemmia la metà della produzione è priva di solfiti. Visite e degustazioni su prenotazione.
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