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Ottobre 24, 2013
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Scritto da Marta Albè
Il glutammato
monosodico è un additivo alimentare utilizzato a
livello industriale per insaporire i cibi confezionati e per la preparazione
dei dadi da brodo, vegetali o di carne. E' sufficiente controllare gli elenchi
degli ingredienti presenti sulle varie confezioni per rendersi conto della sua onnipresenza.
Il glutammato monosodico fa male alla salute?
Le posizioni al
riguardo sono molto diverse. Il suo consumo è stato correlato alla comparsa di
obesità, intolleranze, allergie, sensibilizzazioni, sintomi momentanei e
patologie degenerative molto gravi. Come nel caso di molti altri ingredienti
alimentari, è possibile reperire in proposito studi, ricerche e pareri del
tutto favorevoli o completamente contrari al
suo consumo e impiego.
L'European Food Information Council (Eufic), che lo
considera del tutto innocuo, descrive il glutammato monosodico come
il sale sodico dell'acido glutammico e come un amminoacido naturale presente in
quasi tutti gli alimenti, con particolare riferimento a quelli molto proteici,
come la carne, il pesce e i prodotti caseari, oltre che ad alcune verdure. Il
glutammato monosodico utilizzato dall'industria alimentare non è però
per nulla naturale. Mentre inizialmente veniva estratto da alcuni cibi,
come le alghe, ora viene ottenuto completamente grazie alla sintesi chimica.
Eufic afferma inoltre che il glutammato monosodico è
una sostanza che può essere utilizzata per esaltare il gusto degli
alimenti senza rischi per la salute. Non vengono indicati limiti
di assunzione o quantità raccomandate. Ciò farebbe pensare ad un
ingrediente del tutto innocuo. Ne siamo davvero sicuri?
Per approfondire
l'argomento consigliamo la visione del servizio di Report che
porta il titolo di Il glutammato fa male?, inserito nella
puntata del 4 aprile 2001. L'argomento a distanza di anni è ancora molto
dibattuto e i pareri contrastanti.
Nel dubbio, preferiamo
evitarlo. Come? Ecco qualche consiglio
Glutammato: come
evitarlo?
1) Leggere le etichette
Come evitare il glutammato monosodico? E' necessario fare molta attenzione
al momento della spesa. Bisogna controllare molto bene tutti gli ingredienti
presenti in etichetta, non soltanto nel caso del dado, ma anche per quanto
riguarda prodotti confezionati che possano essere stati
preparati con brodo e sughi, o insaporiti con additivi artificiali. Sulle
etichette alimentari andrete alla ricerca della dicitura "glutammato
monosodico" o della sigla E621.
2) Dado fatto in casa
Il dado è
l'ingrediente culinario che più comunemente contiene glutammato monosodico. I
dadi che troviamo in vendita al supermercato, siano essi in panetto o in
polvere, vegetali o di carne, possono contenerlo.
L'alternativa più semplice al dado commerciale, se si vuole avere a
disposizione un insaporitore davvero naturale, è la sua preparazione
casalinga. Autoprodurre il dado non è complicato
e lo si può preparare in diverse versioni, da conservare in frigorifero, in
freezer o in barattolo.
3) Autoproduzione
Il glutammato
monosodico non è presente soltanto nel dado. Può essere contenuto infatti anche
in numerosi alimenti confezionati, insaporiti in modo artificiale, con
particolare riferimento alle confezioni dei sughi e dei condimenti pronti, ai
prodotti da forno confezionati e surgelati e ai piatti pronti già
conditi e insaporiti, che necessitano soltanto di essere riscaldati in
padella o nel microonde. Il glutammato monosodico è tipico dei cibi industriali
ma può benissimo non rientrare nei piatti a base di ingredienti
naturali preparati in casa. Meglio imparare a realizzare da sé salse sughi
e condimenti.
4) Alternative al sale
Alcune posizioni, più
o meno condivisibili, ricordano che il glutammato monosodico contiene meno
sodio rispetto al comune sale da cucina, e che dunque un suo impiego come
condimento potrebbe contribuire a limitare l'apporto di sodio all'organismo
attraverso l'alimentazione. Lo sostiene, ad esempio, l'European Food Information Council, che difende il
glutammato monosodico a spada tratta, affermando che:
"Il glutammato monosodico contiene
circa un terzo del sodio contenuto nel sale da tavola e viene
utilizzato in quantità minori. Se combinato ad una piccola quantità di sale da
tavola, tale sostanza può contribuire a ridurre il quantitativo di sodio
contenuto in una pietanza del 20 fino al 40%, mantenendone invariato il
gusto".
L'argomentazione,
però, non ci convince del tutto. Esistono altri modi per insaporire le
pietanze, al di là del glutammato monosodico e del comune sale da cucina:
erbe, spezie, pepe, peperoncino, curry, semi aromatici (come i semi di
coriandolo e di finocchio), olio aromatizzato, gomasio (un condimento a base di
sesamo e sale marino integrale).
Perché è meglio
evitarlo?
5) Ingrediente
artificiale
Il glutammato
monosodico è un additivo artificiale. La sua produzione avviene
ormai in modo del tutto industriale. Nel glutammato monosodico utilizzato
dall'industria alimentare non vi è nulla di naturale. Riguardo a questo
ingrediente, gli studi scientifici sono contrastanti, così come i
pareri degli esperti. Chi segue un'alimentazione naturale, non basata
soprattutto su alimenti confezionati, lo eviterà senza problemi,
quasi senza rendersene conto. Ciò ci permette di comprendere come il suo ruolo
non sia per nulla fondamentale nella nostra alimentazione.
6) Inutile e ingannevole
Inutile e ingannevole,
ecco come Altroconsumo, associazione che si batte in difesa dei
consumatori, ha definito il glutammato
monosodico, dopo averlo classificato come additivo sospetto.
Pensiamoci bene. Questo additivo artificiale viene utilizzato dall'industria
per aromatizzare alimenti che ormai hanno perso il loro sapore
originario. Davvero un brodo di verdure o un sugo di pomodoro hanno bisogno
di un esaltatore di sapore? Probabilmente, non sarebbe così se fossero
preparati con ortaggi freschi e di stagione. L'impiego del glutammato
monosodico è la conseguenza dell'impoverimento della qualità e
delle caratteristiche organolettiche degli ingredienti utilizzati dalla grande
industria per produrre i cibi confezionati. Molte persone, purtroppo, non sono
più abituate ai sapori naturali. Il glutammato monosodico non fa altro che nasconderli, ingannando le
papille gustative. Si rischia di andare alla ricerca di cibi sempre
più saporiti e di giungere al punto di arricchirli con sale o dado in eccesso
anche nelle preparazioni casalinghe. Dimentichiamo il glutammato monosodico e
rieduchiamoci al gusto.
7) Intolleranze e allergie
Nel corso degli ultimi
anni assistiamo ad un aumento dei casi di intolleranze e di allergie,
in concomitanza con la diffusione di un'alimentazione sempre meno naturale e di
stili di vita ben poco salutari. La dietista Marina Saviozzi ha spiegato a Report come comprendere
se si è particolarmente sensibili al glutammato monosodico. Dopo un pasto ricco di questo additivo,
possono insorgere alcuni sintomi ben riconoscibili, come
tachicardia, nausea, emicrania, dolore alla testa, sensazione di rigidità nella
parte alta del corpo. A parere dell'esperta, è anche possibile che una persona
non sensibile al glutammato possa diventarlo, data la sua onnipresenza negli
alimenti confezionati.
8) Sindrome da
ristorante cinese
Era stata definita
così una particolare sindrome che coglierebbe alcuni soggetti particolarmente
sensibili dopo aver pranzato o cenato in un ristorante cinese. I sintomi
avvertiti erano stati posti in correlazione con il contenuto di glutammato
monosodico dei piatti presenti in questi ristoranti. Le ricerche condotte in
proposito hanno in seguito smentito il ruolo del glutammato
monosodico nella comparsa dei disturbi, ma i dubbi sono rimasti e
la reale causa della sindrome non sarebbe stata ancora identificata. I sintomi
comprendono mal di testa e arrossamenti, fino a delle vere e proprie crisi
asmatiche, che potrebbero essere altrimenti legate a casi di allergia.
9) Malattie degenerative
L'assenza di dati
certi per quanto riguarda il legame tra glutammato monosodico e comparsa di
malattie degenerative desta non pochi sospetti. La correlazione del suo consumo
con il sopraggiungere di malattie come l'Alzheimer e ilParkinson sarebbe
stata esclusa. Il legame tra consumo di glutammato monosodico e malattie è stato ipotizzato anche per quanto
riguarda il diabete, l'autismo, la depressione,
i disturbi del comportamento e dell'apprendimento. Nel dubbio, preferiamo
evitarlo il più possibile, dato che il suo impiego come insaporitore non è per nulla
indispensabile.
10) Obesità
Il Dottor
Francesco Perugini Billi ricorda in un suo articolo la correlazione
tra glutammato monosodico e obesità, di cui probabilmente non si
parla abbastanza. Il glutammato monosodico verrebbe utilizzato nella sperimentazione
animale, per rendere le cavie da sottoporre agli studi scientifici obese in
tempi rapidi. A parere dell'esperto, gli esseri umani, e soprattutto i bambini,
sono almeno 4 volte più sensibili a questa sostanza rispetto agli animali. Lo
definisce come una vera e propria tossina, a cui i vari soggetti
possono essere più o meno sensibili. Il glutammato sarebbe da considerare tra i
responsabili dell'epidemia di obesità. Per approfondire, rimandiamo alla
lettura dell'articolo: Il glutammato ti fa diventare
grasso.
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